Dove siamo
Pro Loco Combai
Piazza Squillace, 4 - Combai (TV)
Tel/Fax: 0438 960056
Cell: 347 9544623
Pro Loco Combai
Piazza Squillace, 4 - Combai (TV)
Tel/Fax: 0438 960056
Cell: 347 9544623
Pro Loco Combai
Piazza Squillace, 4 - Combai (TV)
Cell: 347 9544623
L’antica Combajo sviluppata in periodo medievale, preserva con cura esempi di architettura Quattrocentesca resistiti all’occupazione austroungarica.
Vieni a scoprire le bellezze artistiche di Combai…
L’antica Combajo sviluppata in periodo medievale, preserva con cura esempi di architettura Quattrocentesca resistiti all’occupazione austroungarica.
Vieni a scoprire le bellezze artistiche di Combai…
Pro Loco Combai
Piazza Squillace, 4 - Combai (TV)
Cell: 347 9544623
Il paese di Combai gode di una fantastica posizione panoramica, adagiato ai piedi delle Prealpi Trevigiane, sulla sella della Val Fontana, ad una altitudine di 395 m sul livello del mare.
Dalla sua posizione Combai domina la vallata che scende ad est verso Miane, Follina, Cison e i laghi di Revine fino a Vittorio Veneto e che ad ovest degrada dolcemente fino a Valdobbiadene, tra i vari paesini costruiti sulle colline, dove si produce il vino Prosecco e Cartizze, a ridosso delle Prealpi Trevigiane, ricche di boschi rigogliosi, che sovrastano il centro abitativo.
I castagneti, che per secoli hanno rappresentato la salvezza della fame e della miseria, sono ben curati; in zona più elevata, si trovano gli alpeggi con malghe e casere.
Sembra che già nel 1031 Combai sia citato tra i paesi donati con diploma imperiale da Corrado II il Salico al Vescovo di Belluno. In epoca medioevale fu regola della pieve di Miane e successivamente passò sotto il dominio dei Conti Brandolini.
Con una popolazione di circa 600 abitanti, è un paese da sempre agricolo, toccato dalle guerre, dalla povertà e dall’emigrazione.
Durante la Prima Guerra Mondiale fu sconvolto dall’occupazione austroungarica. L’esercito si appropriò del bestiame e dei raccolti, gettando la popolazione in una situazione di triste miseria.
È da ricordare un episodio accaduto in quel periodo che riguarda la “Strada de la Fan”. Sulle tracce del sentiero che si inerpica nel bosco fino a località Costalada, fu costruita una strada per trasportare i cannoni che dovevano bombardare la piana del Piave, e gli Austriaci costrinsero donne e bambini a lavorarci in cambio di una brodaglia e di un tozzo di pane. Alcuni tratti della strada conservano ancora il lastricato originale.
Nella Seconda Guerra Mondiale, verso la fine del conflitto, Combai visse anche il complesso fenomeno della resistenza. Da Piazza Brunelli si vede, verso est, il monumento che ricorda i caduti delle due Guerre Mondiali.
La Chiesa parrocchiale di Santo Stefano
Dell’esistenza di una chiesetta a Combai, cappella della Pieve di Miane, si hanno notizie già in un atto ufficiale della Diocesi di Ceneda del 21 aprile 1474. Divenne curazia nel 1616 e parrocchia nel 1715 per decreto del Vescovo Lorenzo da Ponte. Dedicata a Santo Stefano protomartire, che si festeggia il 26 dicembre, fu consacrata nel 1610. Nel corso dei secoli fu ricostruita più ampia, usando i resti della chiesa precedente, e riconsacrata nel 1868. L’edificio ha pianta rettangolare e la facciata, a capanna, ha un solo portale d’ingresso, sormontato da un timpano che porta leggibile l’inserzione:
Fece in più ampia et elegante
Forma restaurata
La pietà del popolo di Combai
MDCCXXXVII
L’interno della chiesa è diviso in tre navate: una centrale e due laterali.
Il campanile
Il campanile si trova di fronte alla chiesa. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale ne fu danneggiata la parte superiore che è stata poi ricostruita.
Colle Ronch
Dalla chiesa si può salire sul Colle Ronch, sovrastante il paese, dove si trova la chiesa santuario della Madonna Addolorata. Si deve percorrere Via Capovilla, una volta “Borgo Pedepiai”, la parte forse più antica del paese. Si tratta di una stradina stretta tra le abitazioni edificate una appoggiata all’altra, con un’architettura rurale dai tipici portici di accesso agli agglomerati a “corte chiusa”: le case erano disposte attorno ad un cortile comune e con un’unica entrata, che poteva essere chiusa in caso di pericolo. Il portico più antico riporta la data 1666. Alla fine della via si trova una biforcazione con il sacello dedicato a Sant’Antonio da Padova e, per salire al Santuario di Ronch, si può scegliere indifferentemente una delle due vie di accesso. Il sacello, segno della pietà popolare e della venerazione per Sant’Antonio da Padova, fu eretto alla fine dell’Ottocento in stile neoclassico. In occasione della festa del Santo, che ricorre il 13 giugno, viene celebrata una messa.
Chiesa santuario di Ronch
La chiesa è intitolata alla Madonna Addolorata. Da secoli, nella terza domenica di settembre la statua della Madonna, venerata con devozione dalla popolazione di Combai, viene solennemente portata in processione dopo essere stata esposta per una settimana nella Chiesa Parrocchiale. Il santuario risale agli anni 1830 – 1840 ed in origine aveva dimensioni ridotte, tetto a capanna ed una unica navata. Il Parroco Don Giacomo Raccanelli nel periodo 1930 – 1935 fece apportare sostanziali modifiche all’edificio con la costruzione del portico sulla facciata nord. A fianco della chiesa si trova il cimitero di Ronch dove, a partire dalla fine dell’Ottocento, riposano le salme, tumulate senza sfarzo di tombe monumentali o di cappelle private. Precedentemente, il cimitero si trovava a ridosso del lato sud della Chiesa Parrocchiale.
La Croce
Ad est del cimitero si trova la croce di Ronch che è stata rifatta, negli anni Settanta, ancora in legno. Nel territorio di Combai, dislocate in punti che dominano il paese, si trovano tre croci: sul colle di Ronch, in località “Duèl” e “Colnof”; esse avevano per gli abitanti di Combai un chiaro significato di protezione del territorio coltivato e della vita che vi si svolgeva. La croce, con le “rogazioni”, era un simbolo del legame tra la religione e la popolazione, costituita quasi esclusivamente da contadini.
Per non perdere tutti gli eventi in programmazione in questo stupendo territorio tutto da scoprire e da vivere, iscriviti alla newsletter inserendo la tua mail nel campo qui sotto.